
Tecnologia in cantiere e impermeabilizzazione

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Da una recente indagine emerge come oltre mediamente il 50% dei professionisti che lavorano abitualmente nel settore dell’impermeabilizzazione utilizzino regolarmente in cantiere le nuove tecnologie prevalentemente per il consulto di schede tecniche (78%) ed email (l’80% legge le email, prevalentemente con cadenza variabile da mezz’ora a due ore) soprattutto in orario lavorativo ed in modo continuativo nel corso della giornata.
Più bassi i dati, per il momento, riferiti al consulto di schemi di posa e alla visualizzazione di filmati di posa ma sicuramente sono tool che diverranno, in futuro, modalità di comunicazione sempre più in crescita e condivise.
La concorrenza fa sì che anche i tempi di evasione richieste si stiano riducendo, sia attraverso la selezione degli intermediari (specie se non adeguati) sia attraverso il processo di ricerca delle informazioni e la tempistica di risposta.
Oggi, per fare un esempio, per risolvere un problema di impermeabilizzazione si fa un’indagine in internet già nel 20% dei casi rivolgendo la propria attenzione ai canali “tradizionali” solo (si fa per dire) nell’80% dei casi ovvero attraverso il proprio distributore di fiducia, il passaparola o l’artigiano di riferimento.
In questo senso, il mercato della ristrutturazione, fa poi emergere un protagonista indiscusso e finora mai considerato: il privato.
Quest’ultimo sceglie, si informa e comunica e, potendo, pretende un canale di comunicazione più al suo livello quale appunto è la posta elettronica e la scheda tecnica dei prodotti e dei materiali che poi andrà a scegliere.
Ecco perché emerge, sempre dalla stessa indagine in un campionario significativo di professionisti intervistati, che nella maggioranza dei casi (almeno il 30%) si rivolgono i propri servizi soprattutto ai privati con tutte le complicazioni del caso: richieste fuori standard, risposte necessarie in tempo reale, servizi su misura, flusso di informazioni semplice e continuo, informazioni chiare.